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La Pasta della Tradizione

La Pasta della Tradizione è una serie di lezioni di cucina online e interattive, in italiano e in inglese, nata dalla collaborazione tra Nadia Vighi di Chez Nadi e Paola Albanesi, istruttrice di cucina italiana a Seattle.
La passione per la cucina italiana è il filo che le unisce e che ha fatto scattare da subito l’intesa tra le due professioniste. La tradizione della pasta fatta in casa è vista come un’arte che va tramandata, al fine di mantenerla in vita, e ha spinto le due amiche a creare questo percorso culinario da condividere con voi. Il ciclo di tre lezioni interattive online sono acquistabili singolarmente o come serie di tre lezioni, e vi porterà a conoscere e impastare la pasta della tradizione italiana e in particolare quella romagnola.

Prima lezione – La Sfoglia Emiliana e i Ravioli di magro

Durante la prima lezione online imparerete a impastare e tirare la sfoglia bolognese interamente a mano, usando solo la tavola in legno e il mattarello, e vi forniremo suggerimenti su come utilizzare la macchina stendipasta, se preferite utilizzare questo metodo.
La sfoglia verrà tagliata in diversi formati: i tajarin piemontesi, le tagliatelle emiliane, le pappardelle toscane e i maltagliati, ideali per le zuppe autunnali. Creeremo infine dei ravioli di magro e vi dimostreremo diversi metodi di chiusura.

    Menù
  • Sfoglia emiliana stesa a mano
  • Tajarin, tagliatelle, pappardelle, maltagliati
  • Ravioli di magro

Le lezioni dureranno 2 ore e 30 minuti e saranno online e interattive. Potrete scegliere di rilassarvi e godervi lo spettacolo, ma vi incoraggiamo vivamente a preparare gli ingredienti e gli utensili per tempo e a mettere le mani in pasta insieme a noi, per memorizzare meglio i movimenti e per potervi aiutare a risolvere dubbi e problemi che potranno presentarsi durante la lavorazione.

Vi forniremo qualche giorno prima della lezione la lista degli ingredienti e utensili necessari e la dispensa con le ricette; poco prima della lezione vi invieremo il link alla diretta Zoom.

I residenti a Vigevano e zone limitrofe avranno l’opportunità di acquistare, previa prenotazione, il kit con gli ingredienti, contenenti prodotti locali e artigianali, per preparare la pasta e farcire 4 porzioni di ravioli, da ritirare presso il negozio di Corso Torino 55/A. Il costo del kit è di 15 Euro da pagare direttamente in bottega.

I soci Slow Food Vigevano e Lomellina potranno contattare direttamente Chez Nadi per l’acquisto di un biglietto scontato.

I biglietti per l’evento, acquistabili tramite FaceBook, daranno diritto all’accesso per il collegamento alla lezione online trasmessa con Zoom, e alla dispensa con le ricette in formato PDF.

I biglietti non sono rimborsabili, ma sono trasferibili. Per garantire la massima attenzione a tutti, potremo seguire e rispondere alle domande di una persona per biglietto acquistato, con un massimo di 20 studenti per classe.

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Tradizioni

Pisarei e fasö

Narra la leggenda che le suocere piacentine giudicassero le nuore dalla presenza o meno, sul loro pollice, di un “calletto” a indicare la familiarità delle stesse con il confezionamento dei tipici gnocchetti: i pisarei.

Trattasi di un formato di pasta fatta in casa con farina e pangrattato, ricetta povera, di recupero, che diventa piatto unico nell’abbinamento al suo sugo d’elezione: un umido di fagioli.

Ogni famiglia detiene la propria ricetta diversificata per le dosi, il liquido utilizzato per l’impasto, la presenza di uovo per legare, la varietà dei fagioli impiegati e gli aromi aggiunti.

Contrariamente al pensare comune, non è una piatto vegetariano: anche se non si vede, quasi sicuramente il sugo contiene grasso di maiale, in forma di lardo pestato, gola o pancetta.

Ricordi di nonna Adelina

La ricetta di famiglia, tramandatami dalla mia nonna materna Adele, prevede l’utilizzo del latte tiepido per ammollare il pane, la proporzione tra farina e pane di 3:2 e l’aggiunta di un uovo per la consistenza. Il sugo per condirli contiene pancetta coppata come parte grassa, prezzemolo e basilico come aromi, pomodori pelati spezzettati per una colorazione non eccessiva dell’intingolo. Personalmente ho sostituito il lardo pestato con olio extra vergine di oliva e gioco forza scelgo i fagioli borlotti per la mia versione della ricetta della nonna; in stagione il fagiolo borlotto di Gambolò o il fagiolo fresco, diversamente il secco.

Mia nonna coltivava da sé una varietà di fagioli che non mi è più capitato di vedere dall’infanzia: ho un ricordo vivido della sgranatura dei fagioli secchi e di lei che selezionava i migliori per utilizzarli come semente l’anno successivo. Il risultato finale del piatto ha una consistenza a metà tra una minestra e una pasta asciutta, mi piace servirla con il cucchiaio perché trovo che l’impatto gustativo sia migliore, anche se potrebbe bastare la forchetta.

Con il vino

L’abbinamento ideale è con un Gutturnio, per rispettare la regionalità, personalmente lo preferisco frizzante, trovo pulisca meglio il palato. Potendo il vino superare in forza il piatto, anche un Gutturnio fermo, magari riserva, può essere adatto.